Palazzo Borromeo d’Adda

 Il palazzo già esistente nel XVIII secolo fu ricostruito in forme neoclassiche a partire dal 1820 su commissione del marchese Febo d'Adda, noto mecenate dei tempi. Il palazzo presenta un aspetto tardo-neoclassico per la facciata con tre portali, di cui quello maggiore centrale è decorato da doppie colonne in granito rosa che reggono il balcone del piano nobile.

 Le venticinque finestre del piano nobile sono decorate con timpani alternativamente a forma triangolare e curvilinea. L'interno presenta due cortili, di cui uno sistemato a giardino; infine degno di nota è lo scalone monumentale scandito da volta a botte e lesene ioniche architravate. Il salotto dell’appartamento padronale fu a lungo ritrovo di artisti e letterati.

Il palazzo viene accuratamente descritto nelle sue cronache da Stendhal, che ne rimase affascinato ed ebbe un "colpo di fulmine" con l'architettura.